Laboratorio di Archeo-Botanica

C’è stato il primo laboratorio didattico nel Giardino di Hera, il cinque novembre. Possiamo definirlo come il laboratorio pilota. Al suo quinto mese di vita, il giardino apre i battenti come luogo per la didattica.  Ospite di questa prima puntata l’ Istituto Comprensivo di Castellabate. Due classi, una terza ed una quinta. Reduci dalla visita agli Scavi, giustamente stupiti dalla bellezza dei Templi, incuriositi dai mille pezzi di passato visti nel Museo e con due ore di cammino alle spalle giungono finalmente in giardino. Ma ti guardano con lo scetticismo di chi si chiede: “E ora cosa facciamo?” misto all’entusiasmo della scoperta di un luogo, conosciuto solo attraverso il racconto delle maestre.

Stimolo subito la loro indole da esploratori invitandoli a scoprire le piante attraverso i cinque continenti. Nel giardino ci sono, non a caso, almeno una specie proveniente da ogni terra emersa. Il riconoscimento avviene quindi come un gioco. Dopo aver formato cinque squadre, una per continente, ci muoviamo. Tutti  insieme.

 

I primi capofila sono gli  Asiatici, a caccia della Bergenia e della Clivia. Con gli Oceanici scopriamo il Carex testacea, gli Americani guardano con la testa all’insù verso la grande Magnolia grandiflora preestistente. Gli Africani si fermano a scrutare i sottili semi neri dell’ Agapanthus. In linea con lo spirito archeologico della giornata, la fermata degli Europei è presso la “stazione” degli Acanti (Acanthus mollis), le cui foglie sono raffigurate sui capitelli corinzi. Per carità, nessuna lesa maestà ai capitelli pestani in stile dorico. Ma è solo un bel modo per collegare il mondo delle piante con la storia e l’architettura. Dopo essere partiti,  dalla geografia.

 

Mettere in relazione le informazioni è certamente il migliore esercizio di formazione per chi studia. E così   passiamo anche alla mitologia. La pianta di Tasso consacrata ad Ecate, con il suo mondo tenebroso e le sue storie quasi gotiche  affascinano non poco il giovane pubblico. Immancabile la citazione alla superstar locale e dell’antichità , la dea Hera, a cui è legata la pianta di melograno. Simbolo di Paestum, che generosamente, per questo primo anno, ci ha regalato un primo ed unico frutto!  Ma sono anche  frutti  il corbezzolo, le fragole di bosco, il mirto che con grande soddisfazione i ragazzi riconoscono. Magari per esperienza diretta, avendoli trovati durante una passeggiate nei boschi o nell’orto dei nonni.

 

 

 

 

 

 

 

Il percorso si conclude  con un altro gioco che fa schizzare a mille l’entusiasmo dell’allegra comitiva. Sfidarsi nel riconoscere le essenze vegetali contenute nei barattoli,  parte del percorso olfattivo del giardino. “E’ mela”, “Sa di caffè”, “E’ la menta!”, “E’ la salvia”, “Ma sa di terra!!”…….e via via parole e risposte che si sovrappongono in un continuo  esercizio di fantasia per calibrare l’olfatto,  prossimo ad intuire l’esatta corrispondenza aromatica.

Prima di andar via, regalo dei “souvenir viventi”!  Semi di Cipresso e di Mirto, raccolti dalle piante adulte nell’area degli scavi. Così in attesa della primavera, aspettiamo fiduciosi le piantine nate dalla mano di queste piccoli archeo-botanici!

 

 

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